Prendiamo il filo dalla bobina, inserire un blocco con una guaina termo-restringente o siliconica, leghiamo una girella e attacchiamo un finale di 80 cm con un piombo. Questo finale si getterà al largo della spiaggia. Subito dopo si prenderà un cefalo vivo innescato con un bracciolo di 1,5 o 2 metri e si aggancerà alla lenza del filo aspettando che il cefalo (vedi la nota relativa alla corona per cefali) si allontani dalla battigia. Questa variante è efficacie anche con i pesci pescati in loco con una seconda canna ed è ottima per i serra e le spigole. Spesso infatti vi sarà capitato che nel ritirare il pesce pescato questo venga attaccato. Bene, questa tecnica si basa proprio su questo principio. Far attaccare il predatore alla nostra esca viva che, pescare in mare anche a causa degli ami e del peso filo, si sentirà in difficoltà. Come si realizza il terminale per il vivo? Vi posto il video alla fine della nota, ovviamente sarà simile a quello con la traina col vivo. Voglio puntualizzare un fatto: è bene aggiungere alla girella d’attacco un filo al cui estremo ci sia un galleggiante (o qualcosa che galleggi) in modo da capire gli spostamenti del pesce e intuire se è vivo o morto. In questo caso è bene sostituirlo. A volte si usa mettere più di un bracciolo in mare. E’ consigliabile, se si è riusciti a lanciare molto lontano al massimo due braccioli.